Lifting 2.0: Laser Skin Resurfacing

La pratica dello skin resurfacing rientra tra le più moderne tecniche di ringiovanimento della pelle. Sfrutta la potenza del laser per intervenire sugli inestetismi tipici del decadimento cellulare. La terapia dello skin resurfacing permette di appianare le imperfezioni e di rivitalizzare il collagene, elemento naturale del derma che tende ad esaurirsi con l’età. Lo skin resurfacing ha l’indubbio vantaggio di non sottoporre il paziente ad interventi invasivi, risparmiandogli lunghi periodi di recupero. Tuttavia, si tratta di una metodologia che non può sostituire completamente la chirurgia classica. Per inestetismi gravi e profondi, infatti, sarà ancora necessario il bisturi. Ciononostante il laser dello skin resurfacing è la risposta a tutti quei piccoli e fastidiosi difetti che colpiscono la pelle in età adulta. Permette di dire addio a rughe d’espressione, cicatrici da acne e macchie della pelle. Si rivolge, dunque, a uomini e donne che desiderano eliminare alcuni segni del tempo, ma anche ad individui più giovani che portano sul corpo le tracce di disturbi dermatologici di varia entità.

Come funziona lo skin resurfacing?

Lo skin resurfacing tramite laser è anche detto ringiovanimento cutaneo microablativo. Il metodo d’avanguardia in questo settore prevede l’uso del laser CO2 frazionato, in abbinamento alla radiofrequenza medica. La tecnica comporta molti vantaggi al paziente, così come un aumento dell’efficacia della terapia. Il laser frazionato emette un raggio luminoso che si suddivide in piccoli punti. L’impatto sulla pelle diventa più leggero, meno traumatico e poco aggressivo rispetto ai laser tradizionali. Lo scopo del fascio luminoso frazionato è quello di vaporizzare lo strato superficiale dell’epidermide, colpendo le riserve d’acqua delle cellule. Il processo avviene senza arrecare danni ai tessuti circostanti. Il compito supplementare del laser è quello di dilatare i capillari della cute, condizione fondamentale per la diffusione della radiofrequenza medica. L’obiettivo di quest’ultima è quello di minimizzare gli effetti collaterali propri del laser. Gonfiori, rossori e irritazioni perdureranno per un massimo di due giorni. Sarà possibile notare già dalle prime sedute una cute più compatta, luminosa e tonica.

Come prepararsi al trattamento e quante sedute bisogna fare

Pur essendo una tecnica non invasiva, anche lo skin resurfacing richiede al paziente un’adeguata preparazione. È bene prenotare l’intervento con almeno quattro o cinque settimane d’anticipo. In questo arco temporale il paziente dovrà seguire delle indicazioni per rendere l’azione del laser più efficace. Sarà molto importante non esporre la propria pelle al sole per periodi prolungati. E’ sconsigliabile assumere farmaci con proprietà fotosensibilizzanti, a proposito dei quali sarebbero utili le indicazioni del medico. La cute dovrà ricevere nutrimento e protezione da creme idratanti adatte. Molto importante a salvaguardia del paziente è anche una profilassi antivirale di tre giorni.

Il numero delle sedute può variare in base all’entità dell’inestetismo. Mediamente sono sufficienti due o tre sedute di skin resurfacing. Ogni seduta, pressoché indolore, ha una durata minima di 40-45 minuti.

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