La ritidoplastica, o face-lifting, permette di far fronte a problematiche importanti per l’estetica della donna, come le rughe del volto.
A cosa serve la ritidoplastica
La problematica delle rughe o pieghe del viso, soprattutto nei paesi occidentali, tende ad essere un aspetto della vita sociale di grande rilievo.
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Ciò è fortemente legato, da un lato all’incremento dell’aspettativa di vita della popolazione e dall’altro, a degli standard mediatici molto attenti all’aspetto della cute del viso, anche in età avanzata. D’altronde, spesso, l’irregolarità della vita quotidiana e le abitudini errate, tendono ad amplificare il processo di invecchiamento della pelle. In questo articolo vedremo come affrontare questa problematica dal punto di vista chirurgico.
Chi si sottopone ad un intervento di ritidoplastica?
Il face-lifting è rivolto alle donne che, in seguito al passare degli anni, cominciano a rendersi conto che il loro aspetto estetico non rappresenta il loro aspetto interiore, magari molto più fresco e giovanile, e che questa discrepanza cominci a generare un problema di carattere sociale o nelle relazioni di tipo sessuale e sentimentale.
Cosa fare prima dell’intervento di face lifting
In tutti gli interventi di Chirurgia Plastica a carattere estetico, ma soprattutto in questo, è fondamentale un approccio combinato preoperatorio che coinvolga la donna e lo specialista. Talvolta è buona norma che intervenga a completamento anche una valutazione psicologica.
Una volta concordato il tipo di intervento e le ragioni che conducono ad esso, il chirurgo valuterà quale approccio sia meglio adoperare per ottenere i migliori risultati in relazione ai rischi.
È importante cessare l’abitudine al fumo e, se possibile e su indicazione del Medico, sospendere alcuni farmaci che possono incrementare il sanguinamento intra e post-operatorio.
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Come funziona la ritidoplastica
In tale operazione risultano essere importanti 2 elementi: il “piano” (da superficiale a profondo) al quale livello si pratica il modellamento e la “via d’accesso”, quest’ultima tendenzialmente praticata accedendo a livello del cuoio capelluto, a livello anteriore, e scendendo in regione temporale (davanti all’orecchio), curvando in basso intorno al lobulo auricolare e continuando nel solco retro-auricolare per dirigersi nuovamente al cuoio capelluto; questa incisione chirurgica viene praticata a livello del cuoio capelluto e successivamente suturata in modo da essere completamente coperta dai capelli, evitando esiti cicatriziali visibili.
Per quanto concerne il “piano anatomico”, possiamo distinguere tre differenti livelli:
- Face Lifting di tipo superficiale (più tipica della paziente anziana);
- Face lifting profondo (più tipica della paziente di mezza età);
- Mask lifting.
Nel lifting superficiale si procede con uno scollamento del piano sottocutaneo che viene successivamente tirato, con eventuale (quasi sempre presente) asportazione del tessuto cutaneo in eccesso e progressivo riaccollamento cicatriziale tra strato cutaneo e sottocutaneo.
Nel lifting profondo si procede ad uno scollamento degli strati meno superficiali, fra cui il fascio muscolo-aponeurotico, con successivo fissaggio dello stesso, oltre che rimodellamento e fissaggio di altre componenti muscolari.
Nel mask lifting, la variante che interessa lo strato più profondo, si ha un vero e proprio scollamento di tutti i tessuti molli della regione cranio-facciale che vengono poi ricollocati a livello del piano osseo nel modo più indicato; in questo caso, più che ad un semplice processo di ringiovanimento, si assiste ad una vera e propria alterazione dei lineamenti e delle rughe di espressione; si tratta, comunque, di un intervento più demolitivo rispetto ai precedenti.
Un’altra possibile distinzione, in termini questa volta “geografici”, può svilupparsi in:
- Lifting superiore (regione frontale);
- Lifting medio (regione media del viso);
- Lifting inferiore (regione del collo).
Questi si definiscono lifting parziali, cioè che non interessano la totalità della regione cranio-cervico-facciale.
Il face lifting può essere eseguito in combinazione con altri interventi di chirurgia plastica estetica, quali la blefaroplastica.
Vi sono poi una serie di procedure associabili, fra cui il lipofilling, il resurfacing e gli impianti di acido ialuronico/collagene, mirate al miglioramento qualitativo della cute, che possono giovare al risultato complessivo.
Cosa succede dopo l’intervento di lifting al viso?
Il risultato complessivo del trattamento può essere eccellente o “drastico”, in relazione agli obiettivi precedentemente concordati fra la paziente ed il chirurgo; in ogni caso, non va dimenticato che il processo è graduale e continua per settimane dopo l’intervento, per cui bisogna attendere la “stabilizzazione” del quadro per poter godere del proprio nuovo aspetto.
La Paziente presenterà un bendaggio sul viso e talvolta dei tubi di drenaggio, rimossi rapidamente, per far fuoriuscire i fluidi che generalmente vengono prodotti nelle prime ore del post-intervento.
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Possibili complicanze o rischi del lifting al viso
Vi sono possibili rischi e complicanze, di assai variabile entità, per le pazienti che si sottopongono a questo tipo di procedura chirurgica estetica. Le più importanti, anche se molto rare, sono la lesione nervosa del nervo faciale e del dotto salivare di Stenone, con possibili implicazioni sulla mimica del volto.
Gli ematomi (cioè formazione di coaguli o raccolte di sangue sotto lo strato della cute) sono la più comune tra le complicanze (che comunque rimane estremamente rara); talvolta l’ematoma è di dimensioni tali per cui si rende necessaria la sua rimozione, mediante aspirazione o attraverso una piccola riapertura della ferita, non danneggiando comunque il risultato finale.
In casi estremamente rari si possono sviluppare delle cicatrici di aspetto differente che, in talune pazienti, possono crescere in modo esuberante (cheloidi), soprattutto nella zona auricolare; in questi casi si può provvedere comunque con un trattamento che ne riduce la dimensione e ne migliora l’aspetto.
In ultimo, si può avere nel post-intervento edema (gonfiore) che può risolversi nel giro di qualche settimana e se importante, qualche mese, ecchimosi (lividi) che scompaiono nel giro di una settimana ma occasionalmente possono persistere un po’ più a lungo e possono agevolmente essere mascherate con il trucco.
Quanto costa un intervento di ritidoplastica
È molto difficile definire i costi di una ritidoplastica per via delle numerose possibili varianti della tecnica e delle metodiche accessorie/complementari che vengono utilizzate. Il consiglio è rivolgersi allo Specialista per concordare un “planning” e da li valutare i costi.