Safenectomia: cos’è e come avviene l’intervento

Quando si parla di safenectomia si intende un intervento chirurgico che prevede l’asportazione della vena safena, sia essa la vena grande safena o la piccola safena.

La grande safena e la piccola safena sono le due vene principali del circolo venoso superficiale degli arti inferiori. Tale circolo drena circa il 20% del sangue degli arti e lo riversa nel circolo venoso profondo, che poi a sua volta riporta il sangue al cuore.
In ogni arto inferiore abbiamo infatti una vena grande safena e una vena piccola safena.

 

Quando sottoporsi ad un intervento di safenectomia

L’intervento di safenectomia può essere consigliato quando un paziente è affetto da varici, definite come una dilatazione permanente delle vene del circolo venoso superficiale. Le vene colpite da tale patologia sono la vena grande safena, la più frequentemente interessata, la vena piccola safena e i loro collaterali (vene collegate alle safene) che si dilatano dando vita appunto alle varici.

Brevemente, ricapitoliamo quelli che sono i sintomi che di solito accompagnano le varici:

  • Sensazione di pesantezza, calore e a volte dolore alle gambe;
  • Crampi notturni;
  • Gonfiore delle caviglie, maggiore alla sera;
  • Prurito alle gambe;
  • Formicolio alle gambe.

Il trattamento chirurgico, in presenza di varici dette sintomatiche, ha lo scopo di togliere la vena safena e i suoi collaterali varicosi, responsabili del ristagno di sangue, riducendo o eliminando i sintomi. L’intervento di safenectomia è indicato anche per evitare la comparsa o il peggioramento delle complicanze della malattia varicosa.
Le principali complicanze sono:

  • La formazione di trombi all’interno delle vene dilatate o nelle safene (detta trombosi venosa superficiale, ma conosciuta comunemente con il temine di flebite);
  • Alterazioni importanti dell’aspetto della pelle sino alla formazione delle ulcere;
  • La varicorragia, ossia il sanguinamento, solitamente dopo un trauma, delle varici.

Asportando la safena ed i collaterali varicosi dopo una trombosi, si evita il ripetersi della trombosi stessa. In caso di alterazioni della pelle, dovute al ristagno di sangue, riducendo il ristagno stesso, si riduce il rischio di peggioramento del trofismo della cute. Infine, in caso di varicorragia, eliminando le varici si toglie la causa del sanguinamento.

Per ultimo, l’intervento di safenectomia può essere eseguito per motivi estetici, soprattutto nelle donne giovani. In tal caso, occorre però ricordare che qualunque trattamento della malattia varicosa, non eliminando la causa delle varici (essendo essa non nota), non può in alcun modo impedire la ricomparsa a distanza di tempo delle varici stesse.

 

In cosa consiste l’intervento di safenectomia

L’intervento di safenectomia della vena grande safena viene eseguito praticando un’incisione a livello della piega inguinale. Una volta individuata la vena grande safena, vengono legati i rami, detti collaterali, che si gettano in essa. Poi la vena grande safena viene legata e tagliata a livello della zona detta cross safeno-femorale, in cui entra in comunicazione con il circolo venoso profondo a livello della vena femorale comune. Successivamente, attraverso uno strumento, detto stripper, che viene inserito all’interno della vena stessa e recuperato alla gamba attraverso una piccola incisione, la vena grande safena viene sfilata (da cui deriva il termine stripping). Quindi attraverso due incisioni, una a livello inguinale e una a livello della gamba, si riesce ad asportare la vena grande safena. A seconda di dove viene eseguita l’incisione alla gamba, si parla di stripping lungo o corto.

Nello stripping lungo l’incisione è praticata a livello della caviglia, nello stripping corto l’incisione è praticata poco sotto il ginocchio. Attualmente la tecnica più utilizzata è quella dello stripping corto, perché si è visto che lasciare un tratto di gamba della vena grande safena non solo non aumenta il rischio di recidive, ma riduce il rischio di comparsa di irritazione di un nervo che passa vicino alla safena, il nervo safenico, che può provocare formicolii e sensazione di punture di spillo a livello della gamba.

L’intervento di safenectomia prevede inoltre l’esecuzione delle cosiddette varicectomie, ossia delle piccole incisioni attraverso le quali si asportano i collaterali varicosi della safena.

Nell’intervento di safenectomia della piccola safena, si esegue un’incisione a livello della piega del ginocchio, e dopo aver individuato la vena piccola safena, essa viene disconnessa dal circolo venoso profondo a livello della cross safeno-poplitea. Poi utilizzando sempre lo stripper, attraverso una seconda incisione alla gamba, si asporta la vena stessa.

 

Fasi dell’intervento di safenectomia

L’anestesia, quasi sempre utilizzata per l’intervento di safenectomia, è l’anestesia spinale. Tale anestesia consente di addormentare solo l’arto che deve essere operato, e viene eseguita attraverso l’instillazione dell’anestetico a livello della colonna lombare. Grazie al miglioramento dei materiali utilizzati, tale tecnica è quasi indolore e molto sicura. L’effetto collaterale più fastidioso, ma per fortuna raro, è la comparsa di mal di testa che si risolve solitamente entro 24 ore grazie all’utilizzo di farmaci antidolorifici e l’infusione di liquidi.

Un grosso vantaggio di tale tecnica anestesiologica è l’efficace controllo del dolore. Infatti, l’effetto antidolorifico dura diverse ore dopo l’intervento e inoltre non appena vi sarà una ripresa completa della motilità, ci si potrà alzare e muoversi tranquillamente.

Nel caso in cui l’anestesista escluda la possibilità di eseguire tale tecnica anestesiologica, come ad esempio se vi è una grave patologia della colonna lombare, verrà eseguita un’anestesia generale.

 

Cosa succede dopo l’intervento di safenectomia

Appena terminato l’intervento vi verrà applica una fasciatura rigida o una calza elastica per ridurre la formazione degli ematomi ed evitare che la gamba si gonfi. La fasciatura o la calza andranno tenute sino alla rimozione dei punti.

La dimissione può avvenire nella stessa giornata dell’intervento o la mattina successiva.

A casa potrete camminare e muovervi senza esagerare. Non dovete stare a letto, anzi è raccomandato muoversi ovviamente con moderazione.

Solitamente tale intervento è poco doloroso e vi verranno comunque consigliati degli antidolorifici da prendere al bisogno.
Quando verrete a togliere i punti, sarà normale vedere la gamba con diffusi lividi e piccoli ematomi che nel giro di poche settimane scompariranno. Infine, dopo la rimozione dei punti, vi verrà consigliata una calza elastica di adeguata compressione da indossare per alcune settimane dopo l’intervento.

 

Possibili complicanze dell’intervento di safenectomia

L’intervento di safenectomia è un intervento sicuro ed a basso rischio di complicanze. La complicanza più pericolosa è la trombosi venosa profonda, ossia la trombosi delle vene del circolo venoso profondo. Tale complicanza è per fortuna rara grazie anche ad una serie di misure di prevenzione: la mobilizzazione precoce, l’applicazione del bendaggio o delle calze elastiche, l’eventuale somministrazione di farmaci specifici (chiamate eparine basso peso molecolare) per tutto il periodo peri-operatorio.

La formazione di ematomi e lividi è inevitabile in questo tipo di intervento. Essi scompariranno nel giro di poche settimane. La complicanza più fastidiosa è la comparsa delle parestesie, ossia di formicolio, sensazione di punture di spillo o di corrente a livello della gamba. Tale complicanza è dovuta all’irritazione di un nervo sensitivo che si trova vicino alle safene. Tale complicanza si può verificare nel 5-25% dei casi e può durare per diverse settimane o mesi, ma per fortuna solo in pochi casi è molto fastidiosa. In tal caso potranno essere prescritti dei farmaci per ridurre i disturbi.

Un’altra complicanza, anch’essa rara, è la possibilità che la ferita a livello della piega inguinale faccia fatica a guarire e si infetti. In tal caso potrebbe essere necessario assumere degli antibiotici e, solo in casi eccezionali, dover riaprire la ferita. Tale evenienza si verifica solitamente in pazienti obesi o diabetici. Essendo tale complicanza rara, le attuali linee guida sulle infezioni non prevedono la somministrazione di antibiotici né prima né dopo l’intervento.
Infine, sarà normale vedere l’arto inferiore gonfio, per cui è fondamentale l’utilizzo, nelle settimane successive all’intervento, della calza elastica.

 

Domande frequenti sulla safenectomia

D: Dopo quanto tempo è possibile riprendere a lavorare?

R: Salvo lavori particolari, dopo due settimane è possibile riprendere la normale attività lavorativa.

D: Le varici si possono riformare? In tale caso vuol dire che sono stato/a operato/a male?

R: Le varici si possono sfortunatamente riformare perché l’intervento elimina le vene che sono dilatate, ma non può evitare che con il tempo altre vene si ammalino. Quindi la ricomparsa delle varici difficilmente può essere dovuta ad un intervento non eseguito correttamente.

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