Concludiamo il nostro viaggio nella chirurgia plastica estetica andando ad analizzare alcune tra le tecnologie ed i materiali più usati in Chirurgia Plastica Estetica. In questo articolo potete trovare informazioni tecniche su:
- Il Lipofilling
- Il Resurfacing
- La Tossina Botulinica ed i Filler
Lipofilling
Il lipofilling, o iniezione di tessuto adiposo in sedi determinate dell’organismo, con finalità estetica, è una delle pratiche chirurgiche più importanti e sviluppate negli ultimi anni.
Prevede il trasferimento in una sede corporea di piccoli lobuli di tessuto adiposo precedentemente aspirati mediante un’apposita cannula e in modo analogo trasferiti nel sito ricevente; tale tessuto, prima del trasferimento, può essere trattato per migliorarne la qualità o ridurre i detriti, mediante lavaggi o centrifugazioni; inoltre, le tecniche di processazione del tessuto, permettono di concentrare la quantità di cellule staminali stromali contenute, con miglioramento della pratica chirurgica e del risultato complessivo.
Le pazienti che beneficiano di questa pratica sono donne che desiderano l’aumento di volume o di riempimento di aree deficitarie; tali aree sono più comunemente mani, viso (comprese le labbra), e depressioni nel contorno della pelle, magari in seguito a cicatrici di pregressi interventi chirurgici.
Le possibili complicanze del lipofilling possono essere il gonfiore, che generalmente si stabilizza entro alcune settimane; inoltre possono esserci lividi sia nel sito donatore che nel ricevente, intorpidimento della pelle sovrastante, lieve asimmetria o irregolarità del profilo e infezioni.
Resurfacing
Con il termine resurfacing comprendiamo una serie di tecniche che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della cute, generalmente rappresentate da iperpigmentazioni, piccole cicatrici (come conseguenza di acne giovanile), rugosità solari, ecc.
Il principio alla base del resurfacing, come si può intuire dal termine, è in primis la distruzione della porzione più superficiale del derma; è l’organismo stesso che, in seguito, con la rigenerazione del tessuto cutaneo conduce ad una pelle molto più modellata.
Vi sono tre differenti metodiche di resurfacing:
- Microdermoabrasione
- Fotovaporizzazione
- Peeling chimico
La microdermoabrasione è efficace nel ridurre piccole rughe, “zampe di gallina”, pigmentazioni e cicatrici da acne, stimolando la produzione di cellule dell’epidermide e collagene; tra le tecniche, sembra essere quella più popolare, soprattutto negli Stati Uniti d’America.
Tale tecnica consiste in un manipolo abrasivo rotante a cristalli che effettua sulla superficie della pelle un’abrasione dolce o processo “di lucidatura”; ogni trattamento dura da circa 30 minuti a un’ora ed il numero di trattamenti consigliati può variare tra 5 e 12, distanziati di 2-3 settimane. Il mantenimento dei risultati richiede trattamenti ripetuti periodici.
I risultati sono una pelle dall’aspetto sano e giovane, fresco, senza ricorrere ad anestesia e sostanze chimiche. Non sono praticamente descritti effetti indesiderati.
La fotovaporizzazione mediante laser pulsato a CO2 è un trattamento indicato per le rugosità da esposizione al sole ed agisce in modo analogo alla tecnica precedente; richiede esperienza da parte dell’esecutore perchè la risposta cutanea è molto variabile.
L’effetto laser che si sfrutta è fondamentalmente quello su base termica: l’incremento termico ottenuto è da 37°C a circa 400°C ed il substrato bersaglio è l’acqua presente nei tessuti.
Il peeling chimico consiste nell’azione di diverse sostanze che agiscono a livello cutaneo come ustionanti chimici (ad esempio fenolo).
Si applica una soluzione sulla cute e dopo circa 2 ore la si risciacqua sostituendola con uno strato di vasellina protettiva o una vera e propria maschera; Gli effetti collaterali possono essere cicatrici o pigmentazioni, sebbene tendenzialmente abbia un effetto complessivo sbiancante.
Esistono altri tipi di peeling più superficiali e meno invasivi, che non necessitano di nessuna anestesia e la paziente avverte solo una lieve sensazione di formicolio o sensazione di bruciore quando la soluzione viene applicata. A volte un singolo trattamento può già offrire una pelle più sana e radiosa.
La sostanza può essere miscelata con una crema viso o può seguire un lavaggio a più lievi concentrazioni come parte di una quotidiana cura della pelle.
Quasi tutte queste metodiche necessitano di qualche settimana di medicazioni e il risultato definitivo si apprezzerà dopo qualche mese, in cui non si dovrà esporre la pelle alla luce solare.
Concludiamo il nostro viaggio tra i materiali in Chirurgia Plastica Estetica descrivendo in breve alcune metodiche che prevedono l’iniezione di varie sostanze a livello cutaneo con finalità estetica. Spesso questi agenti non prevedono l’uso di anestetico e si possono effettuare a livello ambulatoriale, con minimo disagio per la donna.
Tossina botulinica e filler
La prima opzione, più adatta per le rughe dell’età, è quella che permette di indebolire temporaneamente o paralizzare la muscolatura alla base della ruga, utilizzando la tossina botulinica di tipo A (Botox Cosmetic® è la più riconosciuta, con durata di circa 3-4 mesi); gli effetti collaterali sono generalmente rari, come infezioni o effetti collaterali su altri fasci muscolari contigui.
La seconda classe di trattamenti iniettabili sono i riempitivi (fillers) dei tessuti molli; questo gruppo è in rapida espansione e molte opzioni sono disponibili.
Questi iniettabili sono utili per il trattamento di rughe radicate o grandi rughe da invecchiamento del viso (come le pieghe naso-labiali).
Tutti questi fillers iniettabili sono posizionati da una iniezione ad ago e si gravano di minimi rischi, fra cui lividi, noduli, arrossamento, effetti eventi avversi specifici, e in rari casi le infezioni locali.
In generale, abbiamo due tipologie:
- l riempitivi molto morbidi (che sono i migliori per destinazioni come le labbra), che tendono ad avere una minore durata d’effetto;
- l riempitivi con maggiore struttura, che durano e sono più adatti nelle regioni in cui non saranno palpabili (quali come le pieghe naso-labiali).
I riempitivi a base di collagene tendono a durare 3 a 6 mesi e hanno un aspetto molto naturale.
Una classe più recente di fillers è basata su Acido ialuronico (HA), che è uno zucchero presente naturalmente nella pelle umana.
Questi composti si legano all’acqua in modo simile ad una spugna e agiscono come idratante e “cuscinetto”.
Le varie formulazioni permettono di ampliare il repertorio di opzioni disponibili in quanto alcuni prodotti sono più adatti per le diverse regioni anatomiche.
Le formulazioni con particelle di dimensioni più piccole tendono ad essere più morbide e liscie e a lavorare bene in regioni come le labbra. Le particelle più grandi hanno più la struttura e sono più adatte per le pieghe profonde come le pieghe naso-labiali.
Queste molecole sono poi assorbite dal corpo e il periodo di tempo dipende da una moltitudine di fattori tra cui la paziente, la sede di iniezione ed il particolare prodotto utilizzato; i risultati durano dai 3 mesi in zone ad alta mobilità (come le labbra) fino ad 1 anno in regioni come le pieghe naso-labiali.
Una nuova classe di fillers si basa sulla tecnologia microsfere, minuscole particelle rotonde di materiale solido relativamente omogeneo, utilizzate per ripristinare il volume e per profonde rughe del viso (come le pieghe naso-labiali) ma non per le labbra.
Tra le varie tipologie abbiamo microsfere composte da idrossiapatite di calcio in sospensione con un gel carrier oppure da una miscela di gel di collagene e microsfere non riassorbibili di polimetilmetacrilato; poiché le microsfere non possono essere degradati dall’organismo e dovrebbero fornire sostegno permanente alle regioni trattate, il margine di errore nel posizionamento è inferiore che per fillers riassorbibili ed è importante un operatore con esperienza nel settore.
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